martedì 21 maggio 2013

Osservatrice 2

Certo è vero, lo stigma esiste comunque,
ma se facciamo un esame di coscienza
chi per primo tende a metterlo in evidenza?
Noi.
Nascondersi, restando ai margini di ogni ambiente
e situazione, per vergona e per paura di non essere all'altezza,
è un tirare la zappa sui nostri bei piedi.
Per primi ripudiamo noi stessi...
...la diagnosi...la malattia.
I primi della lista ad auto evitarci.
Essere un malato psichiatrico per la
società equivale alla parola "matto",
noi che prima della diagnosi eravamo parte
di quella società "ignorante" la pensavamo uguale.
Oggi consapevoli di quanto detto,
tendiamo comunque a considerarci tali
perché nell'inconscio la parte "ignorante"
tende a prendere il sopravvento.
Tendiamo a ragionare con la testa degli altri.
Indottrinati fin da piccoli nelle più banali forme
di pensiero, abituati come topi a girare su una ruota,
non sappiamo gestire niente che non sia alla portata di tutti.
Avere la prospettiva di essere un malato mentale
equivale all'aver preso un virus alieno
con conseguente quarantena.
Come detto in precedenza siamo
circondati da milioni di diagnosi in sospeso,
e dato che la risposta è stata "PRESTO SAREMO LA MAGGIORANZA",
verrà un tempo in cui averne una
ben precisa sarà l'ordine del giorno.

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